I laboratori di degustazione sono parte integrante del nostro percorso didattico dai tempi del progetto “Il mio ambiente parla sardo” perché leghiamo la biodiversità alimentare a quella ambientale che la produce. Sono laboratori didattici e di degustazione che spesso sono confusi con i laboratori culinari. Diversi gli scopi, diverse le tematiche e diverse quindi le modalità di gestione. Grande è quindi sempre la sorpresa delle insegnanti quando i ragazzi anche delle prime classi della primaria, dopo circa un’ora di lezione interdisciplinare,iniziano ad esempio il laboratorio dell’olio ritrovandosi davanti meno di 10 olive a testa per fare il paté e mezz’ora circa per denocciolarle. Eppure i tempi sono studiati considerando proprio le difficoltà che i bambini hanno ancora con l’utilizzo di attrezzature come i coltelli (naturalmente in plastica) e con le operazioni che implichino una buona coordinazione oculo manuale. Separare polpa e osso con un coltellino diventa quindi un’impresa al primo approccio ostica e impervia che richiede tempo perché il bambino escogiti una sua tecnica risolutiva. Il successo alla fine è assicurato anche se forse le quantità prodotte sono ridotte rispetto ad un tradizionale laboratorio culinario, ed uno degli obiettivi sicuramente raggiunto:contribuire a migliorare la manualità fine.